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La Commissione europea presenta un piano dettagliato per eliminare gradualmente gas, petrolio e nucleare russi dal mix energetico dell’UE, accelerando la transizione green e rafforzando la sicurezza geopolitica
Con una mossa strategica dal forte valore politico ed economico, la Commissione europea ha presentato il 6 maggio 2025 una nuova roadmap per porre fine alla dipendenza dell’Unione Europea dall’energia russa entro il 2027. Un obiettivo ambizioso che affonda le sue radici nel piano REPowerEU, varato nel 2022 in risposta all’invasione dell’Ucraina e ora rafforzato da misure concrete su più fronti: gas, petrolio e nucleare. Il nuovo documento strategico, disponibile sul sito della Commissione, fissa tappe precise e impegni vincolanti per gli Stati membri, con l’obiettivo di azzerare gradualmente ogni importazione energetica dalla Russia, favorendo al contempo l’accelerazione della transizione verso fonti rinnovabili e l’indipendenza energetica dell’intero blocco europeo. Il piano europeo si articola attorno a tre assi principali:
- Gas naturale: il cuore della dipendenza europea. La Commissione ha stabilito che entro fine 2025 non saranno più consentiti nuovi contratti di importazione, nemmeno quelli a breve termine (spot). Entro il 2027, andranno cessati anche tutti i contratti a lungo termine ancora attivi. In parallelo, saranno introdotti meccanismi per migliorare la trasparenza e la tracciabilità del gas russo nel mercato europeo, rendendo più difficile l’elusione delle regole.
- Petrolio: oltre alle sanzioni già in vigore, Bruxelles punta ora al contrasto della cosiddetta “shadow fleet”, la flotta di petroliere utilizzata dalla Russia per aggirare le restrizioni internazionali. Verranno rafforzati i controlli e la cooperazione doganale per bloccare queste pratiche elusive.
- Energia nucleare: la roadmap prevede la graduale eliminazione di combustibile e servizi nucleari provenienti dalla Russia, con particolare attenzione ai paesi dell’Est Europa che ancora utilizzano reattori di progettazione sovietica. Saranno previsti sostegni specifici per diversificare i fornitori e riconvertire le centrali.
Ogni Stato membro dovrà presentare, entro la fine del 2025, un piano nazionale dettagliato per abbandonare progressivamente le fonti energetiche russe. Questi piani dovranno includere obiettivi misurabili, strategie di diversificazione delle fonti, incremento dell’efficienza energetica e sviluppo delle rinnovabili. A supporto della transizione, resta attivo il programma REPowerEU, con un investimento complessivo previsto di 210 miliardi di euro entro il 2027, finanziato in gran parte attraverso il Fondo per la Ripresa e la Resilienza. Le risorse saranno impiegate per potenziare le infrastrutture energetiche, sviluppare tecnologie verdi e migliorare l’efficienza degli edifici e dei processi industriali.
Non mancano tuttavia le criticità. Nel 2024, l’UE ha ancora importato circa 52 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, pari al 19% del fabbisogno totale. Alcuni paesi – come Ungheria e Slovacchia – continuano a ricevere forniture tramite il gasdotto TurkStream, e hanno espresso dubbi sulla sostenibilità economica e sulla fattibilità tecnica di un disimpegno così rapido. Le resistenze politiche interne, la complessità geopolitica e le disparità tra i mix energetici nazionali rendono il percorso accidentato. Tuttavia, la Commissione ribadisce che l’indipendenza energetica è oggi una priorità strategica, sia per ridurre la vulnerabilità geopolitica dell’Unione, sia per rispettare gli impegni climatici assunti con il Green Deal europeo.
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