DEI sotto pressione in UE: il caso Simmons & Simmons
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DEI sotto pressione in UE: il caso Simmons & Simmons

Mentre negli Stati Uniti si assiste a un arretramento delle politiche DEI (Diversity, Equity & Inclusion), in Europa alcune realtà aziendali e professionali riaffermano con decisione il proprio impegno verso l’inclusione. Tra queste, spicca lo studio legale internazionale Simmons & Simmons, che ha recentemente rilanciato obiettivi ambiziosi in tema di parità di genere, inclusione etnica e mobilità socialeCon sedi in tutto il mondo, Simmons & Simmons ha scelto di non cedere alle pressioni che negli ultimi mesi stanno mettendo in discussione le politiche DEI, soprattutto oltreoceano. Il nuovo management ha invece rilanciato: entro quattro anni, il 50% delle promozioni a partner dovrà riguardare donne, il 15% persone appartenenti a minoranze etniche e il 20% individui provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati. Un’iniziativa che non rappresenta solo una dichiarazione di principio, ma si traduce in misure concrete come programmi di mentorship, revisione dei processi di selezione e valutazione interna, e percorsi di formazione inclusiva. “L'inclusione non è solo una questione etica – ha dichiarato un portavoce dello studio – ma una leva strategica per attrarre i migliori talenti e rispondere a un mercato sempre più complesso e diversificato”. 

Il caso Simmons & Simmons non è isolato. In Europa, molte aziende stanno rafforzando le loro strategie di diversity e inclusion, nonostante le pressioni indirette provenienti dagli Stati Uniti. L’amministrazione Trump, attraverso lettere inviate ad aziende europee che operano anche sul mercato americano, ha chiesto l’adeguamento alle nuove linee guida federali che limitano o vietano esplicitamente i programmi DEI. Una richiesta che, secondo diverse fonti istituzionali, è stata considerata inaccettabile e lesiva dell’autonomia delle imprese europee. La risposta europea, tuttavia, è tutt’altro che omogenea. Se alcune multinazionali, come quelle del settore tech e finanziario, hanno confermato o addirittura potenziato i propri piani DEI, in altri ambiti – come il manifatturiero o la pubblica amministrazione – si registrano ancora forti ritardi nell’adozione di politiche inclusive strutturate. Secondo una recente indagine del Diversity Brand Index, solo il 38% delle aziende europee include indicatori DEI nei propri report ESG, e meno del 20% dispone di figure professionali dedicate alla gestione dell’inclusione. Tuttavia, cresce l’interesse da parte degli investitori e dei consumatori: l’86% degli under 35, secondo un sondaggio IPSOS del 2024, preferisce acquistare prodotti e servizi da aziende percepite come inclusive e socialmente responsabili.

immagine creata con AI

Se vuoi approfondire l'argomento leggi anche COS'E' UN PROGRAMMA DEI E COME FUNZIONA IN ITALIA

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