Sostenibilità: 675 milioni per l’elettrificazione dei porti italiani

Sostenibilità: 675 milioni per l’elettrificazione dei porti italiani

Molti i fondi a disposizione per rendere più sostenibile l’attività portuale in Italia, grazie alla realizzazione di infrastrutture in grado di fornire alle navi in sosta energia proveniente dalla terraferma. Obiettivo: meno inquinamento, aria più pulita e meno rumore nei porti italiani e nelle città che li ospitano.

Il trasporto navale è responsabile del 2,5% di tutte le emissioni globali di gas serra. Ecco perché è così importante investire in soluzioni che ne riducano l’impatto ambientale. Un primo passo in questa direzione è stato compiuto con il decreto anti-emissioni del 2019, seguito dallo stanziamento dei fondi previsti dal PNRR per ridurre i i consumi energetici delle attività portuali.

Porti più sostenibili con il cold ironing

Se si pensa che una nave da crociera attraccata in un porto è in grado di produrre la stessa quantità di anidride carbonica prodotta da 25 auto nell’arco di un anno, si comprende come l’efficientamento delle attività portuali sia un obiettivo che, se centrato, può apportare grandi vantaggi in termini di sostenibilità e di accettazione delle attività portuali, che spesso si svolgono in città molto popolate. Ecco perché il tema del cold ironing è così importante. Ma di cosa si tratta esattamente? Il cold ironing, anche conosciuto come elettrificazione dei porti, è l’insieme delle attività e delle tecnologie che consentono alle navi in fase di sosta nel porto di attingere energia dalla terraferma, in modo tale da poter spegnere i motori. Il cold ironing, insomma, consente di inquinare meno grazie all’uso di energia rinnovabile, di mantenere l’aria respirabile intorno agli stabilimenti portuali e risolve anche un altro problema: quello dell’inquinamento acustico prodotto dai motori delle navi giorno e notte.

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Le misure per elettrificare i porti

“Porti Verdi” è la misura del PNNR che punta sull’efficientamento e sulla riduzione dei consumi energetici di strutture e attività portuali. Sia il Recovery Plan, sia il Fondo Complementare contengono misure in grado di migliorare le performance energetiche delle attività portuali in Italia. In particolare, sono 700 i milioni che il Fondo Complementare ha destinato al cold ironing.

Un piano nazionale ad hoc

Anche il Recovery Plan si muove in questa direzione, con una riforma che prevede procedure semplificate per realizzare infrastrutture finalizzate a consentire la fornitura elettrica via terra alle navi in fase di ormeggio. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, in collaborazione con il Ministero della Transizione Ecologica, ha in programma per fine anno un piano nazionale ad hoc per l’elettrificazione dei ponti. Il MIMS, inoltre, ha stanziato 2,8 miliardi da destinare a interventi infrastrutturali in ambito portuale. Di questi, 675,63 milioni sono riservati all’elettrificazione delle banchine e sono ripartiti in 326,43 milioni da destinare al sud Italia e 349,20 milioni destinati alle regioni del centro nord. Tra le varie misure previste, molte sono destinate alla fornitura di energia dedicata alle navi da crociera e a portacontainer che attraccano in porti italiani. Consistente è la fetta di finanziamenti destinata alla costruzione di impianti elettrici presso gli scali portuali. I porti di Palermo, Termini Imerese, Porto Torres e Santa Teresa di Gallura, ad esempio, utilizzeranno le risorse del Fondo Complementare per implementare impianti di alimentazione elettrica delle navi attraccate. Ravenna ha in programma un terminal crociere dotato di stazione di cold ironing, mentre a La Spezia gli impianti di cold ironing saranno destinati alle banchine dedicate al comparto mercantile.

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